Cagli
È l’antica Cale che sotto il dominio bizantino (sec. VI) fu uno dei capisaldi (insieme con Gubbio, Urbino, Fossombrone e Jesi) della Pentapoli interna o montana. Le sue origini, comunque, sono molto più antiche come testimoniato da numerosi reperti, tra i quali i noti bronzetti etrusco-italici (IV sec. a.C.), scoperti tra i resti di un santuario pagano, insieme con la cosiddetta ‘testa di Cagli’. Come città Cagli è già annoverata nell’atto di donazione del re Pipino il Breve a favore della Chiesa romana (anno 756). Si tratta della stessa città parzialmente distrutta dal fuoco appiccato dalla fazione ghibellina per sottrarla al potere della fazione guelfa (1287). Sotto la protezione di Papa Niccolò IV fu traslata appena due anni dopo (1289) dalle propaggini del monte Petrano e ricostruita nel sottostante pianoro, inglobando gli edifici religiosi e civili preesistenti che ne costituivano il borgo.
Costituito nel XII secolo il libero comune, Cagli si distinse per una politica aggressiva che la portò ad assoggettare oltre cinquanta castelli, snidandone la nobiltà rurale e fronteggiando gli abati delle potenti abbazie dei suoi dintorni. Finì comunque incorporata entro i confini del ducato di Urbino così che Federico da Montefeltro la fece fortificare (1481) da Francesco di Giorgio Martini con la costruzione di un’imponente Rocca, posta sul colle dei Cappuccini, oggi purtroppo scomparsa (fatta eccezione per pochi ruderi) e collegata con un passaggio sotterraneo all’imponente Torrione a pianta ellittica tuttora esistente a valle e sede del recente Centro per la Scultura Contemporanea.
Monumento romano di grande rilevanza è infine il Ponte Mallio sul torrente Bosso il cui fornice centrale con relativi contrafforti a grandi blocchi di pietra viene fatto risalire all’epoca repubblicana. Nell’ambito del territorio comunale, in località Monte Martello, sorge l’interessante santuario di S.Maria delle Stelle, edificato nel 1475 e che ingloba una celletta preesistente impreziosita da affreschi trecenteschi.
Località del cagliese degna di nota è Pianello, sito ai piedi del monte Nerone (m.1525), là dove il Certano, il Giordano e il Fiumicello confluiscono tra loro per dar vita al Bosso. Un insieme raro di varietà paesaggistiche e particolarità naturalistiche (grotte, gole, fossili) che si fondono con le brughiere e le faggete delle Serre di Burano